Giuggiole: proprietà e caratteristiche

Giuggiole: proprietà e caratteristiche

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Le giuggiole fanno subito pensare ai boschi e alle campagne, perché da lì provengono, ma anche per via dei loro colori: a seconda del grado di maturazione possono essere verdi, scarlatte, marroni. Nell’antichità erano molto note e venivano consumate spesso. Poi, gradualmente, sono finite nel dimenticatoio. Ma adesso le stiamo riscoprendo, lasciandoci conquistare dal loro sapore: dolce, ma con una nota acidula che le rende ancora più particolari.

Cosa sono le giuggiole

Chiamate anche zizzole, le giuggiole sono i frutti del giuggiolo, nome scientifico Ziziphus jujuba: un arbusto tardivo di origini asiatiche, portato in Italia e negli altri Paesi mediterranei dagli antichi romani.   

Le giuggiole hanno forme e dimensioni simili a quelle delle olive. Presentano una consistenza compatta e farinosa. Se gustate quando la maturazione non è ancora completata, sono più croccanti e hanno un sapore che ricorda la mela. I frutti del tutto maturi, invece, risultano più dolci e richiamano il gusto dei datteri. Questo il motivo per cui l’albero viene chiamato anche “dattero cinese”.

Non rientra tra le coltivazioni intensive, bensì tra quelle di tipo familiare; in compenso, vegeta anche allo stato selvatico. In linea di massima, però, non è facilissimo da trovare. Ecco perché imbattersi nelle giuggiole è una piccola, grande fortuna. Quando raccoglierle? Tra la fine dell’estate e l’autunno. Durante le vostre passeggiate in mezzo alla natura, quindi, tenete gli occhi aperti!

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Giuggiole: proprietà

Piccole ma piene di virtù, è proprio il caso di dirlo. Le giuggiole possiedono numerose proprietà benefiche. Per secoli, infatti, sono state utilizzate nella medicina tradizionale cinese e tutt’oggi figurano nella composizione di integratori alimentari e prodotti erboristici.  

Contengono notevoli quantità di vitamina C, addirittura venti volte in più rispetto agli agrumi; di conseguenza aiutano a prevenire i malanni di stagioni e aumentare le difese immunitarie. Sono inoltre fonte di glucosidi e flavonoidi, per cui aiutano a tenere sotto controllo la pressione sanguina. Inoltre funzionano come digestivo naturale ed esercitano una buona azione antiossidante.

Come fare la confettura di giuggiole

Le giuggiole si possono gustare al naturale, appena colte o dopo qualche giorno: sono molto sfiziose! Tenete presente, però, che per usufruire al meglio delle loro proprietà benefiche è preferibile sottoporle a un processo di cottura oppure lasciarle essiccare. Che ne dite, allora, di preparare una bella confettura a base di giuggiole? Questo è anche un ottimo modo per gustarle tutto l’anno!

Per ottenere circa 2 kg di confettura di giuggiole, occorrono 1,5 kg di questi piccoli frutti (molto maturi), 800 g di zucchero, un limone e un bicchiere e mezzo d’acqua. Dopo aver lavato le giuggiole, bisogna dividerle a metà e privarle del nocciolo. Quindi si lascia sciogliere lo zucchero nell’acqua, si versa lo sciroppo così ottenuto in una pentola e si aggiungono le giuggiole. Ma anche il succo e la scorza del limone.

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Si mescola tutto con cura e si porta la pentola sul fuoco. La cottura, su fuoco medio, dura circa mezz’ora. Trascorso questo tempo, si lascia raffreddare il composto e si riduce in purea utilizzando il comune passaverdura. Quindi si mette nuovamente sul fuoco e si prosegue la cottura per un’altra mezz’ora, mescolando spesso. Quando la confettura risulta densa e compatta, è pronta. Non resta che trasferirla nei barattoli di vetro sterilizzati con chiusura ermetica.

La ricetta del liquore di giuggiole

“Andare in brodo di giuggiole”: tutti conosciamo questo detto, che indica uno stato di estrema soddisfazione. Il brodo in questione è il liquore di giuggiole, e il vecchio proverbio in questione è anche una conferma della sua bontà! Prepararlo in casa è facilissimo: servono 300 g di giuggiole, 500 g di alcol etilico 95°, 550 g di acqua, 200 g di zucchero di canna, una stecca di vaniglia e la scorza di mezzo limone.

Anche in questo caso, si comincia lavando le giuggiole ed eliminando i noccioli. Poi si trasferiscono in un barattolo (con chiusura ermetica) e si aggiungono la scorza di limone, la stecca di vaniglia e l’alcol. Si chiude il barattolo e si lascia macerare il tutto per una decina di giorni, ricordando di scuoterlo almeno una volta al giorno.

Terminato il processo di macerazione, si prepara uno sciroppo con l’acqua e lo zucchero e si unisce al composto precedentemente filtrato. Ultimo step: imbottigliare il liquore. Dopo quindici giorni, si può finalmente gustare!  

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